Senna luglio 2017
Cari amministratori del comune di Senna, mi permetto di chiedere una riflessione sulla vicenda del palazzetto comunale.
Togliere spazi presso le strutture sportive comunali ai progetti di inclusione sociale rivolti alla disabilità concedendoli ad altre società sportive che di palestre nel canturino ne hanno a disposizione a decine, non è la soluzione per raccimolare consensi politici e pochi spiccioli per ripianare debiti regressi.
Chiudere alla disabilità significa spendere nel prossimo futuro ingenti somme di denaro pubblico per sostenere centri diurni, assistenti sociali, strutture private e pubbliche di igiene mentale e tutto quello che gli va dietro.
Non permettiamo ai ragazzi disabili, ma anche ai soggetti considerati borderline, ragazzi difficili, ragazzi con disturbi comportamentali o chiamateli come diavolo volete, di chiudersi in casa davanti ad una TV o peggio ancora di frequentare luoghi potenzialmente pericolosi per loro e per gli altri cittadini.
Permettete a chi, da 30 anni, in modo gratuito e spinti solo da uno spirito umanitario sopra la norma, rimettendoci talvolta in soldi, salute e famiglia, permette a centinaia di persone, di Senna e dei comuni limitrofi, di esprimere le proprie abilità, senza sentirsi diverso dall’altro.
Non siamo più negli anni 80/90 quando si faceva la lotta con l’oratorio a fianco perché considerati nemici, non è più ora di derby, è ora di offrire un’ ampia e mirata scelta sportiva ma anche di educazione sociale per consentire a TUTTI di esprimere le proprie abilità, soprattutto a chi ha maggiore difficoltà o ha poche risorse a disposizione.
Non facciamo una polemica per 22, 18 o 40 persone, che hanno più diritto rispetto ad altri all’utilizzo delle strutture comunali perché sono residenti. Tali soggetti infatti usufruiscono già di altre strutture sportive presso altri comuni dell’hinterland, gestite da numerose associazioni sportive che fanno gli stessi sport.
I nostri progetti non sono progetti “che fanno ridere” come li avete definiti voi.
Sono vittorie, sconfitte, amori, risate, delusioni, incazzature e molta voglia di vivere. Ma soprattutto sono insegnamenti di vita, per loro, per noi e per tutti.
Senza rancore per nessuno, perché tutti i bambini davanti ad una palla cominciano a giocare insieme.
Fatelo anche voi, insieme con noi.
Alberto volontario Basket Disabli