Quando il tuo COMUNE tifa per le altre squadre
Come mamma sennese e psicologa sportiva sono da sempre stata membro delle associazioni sportive dei paesi in cui residievo. Da sette anni vivo a Senna e milito nella Polisportivasenna, prima come allenatrice e ora come vice presidente.
In questa polisportiva, che definirei una famiglia più che un’associazione, ho trovato forti valori educativi che si esprimono nell’offrire progetti di motoria all’interno delle scuole sennesi, nel cercare collaborazioni sportive sempre più valide e nel comprendere tra le fila delle varie squadre anche lo sport per disabili psichici.
Ho visto questa società crescere negli ultimi anni e perseguire sempre più questi valori, arrivando ad ampliare notevolmente l’offerta sportiva per l’anno prossimo 2017/18. Ho trovato insegnanti e famiglie riconoscenti che ci chiedono di fare sempre di più e che partecipano alle diverse attività con i nostri allenatori, tutti volontari.
Nella mia esperienza ogni comune che ho incontrato ha sempre favorito l’attività sportiva del proprio paese perché è ormai risaputa e confermata la sua valenza sociale ed evolutiva. Sono rimasta purtroppo negativamente sorpresa nel vedere che il comune di Senna non si muove in questa direzione. Anziché supportare la società del proprio territorio ha preferito dare spazi a società esterne, proprio dopo la nostra condivisione dei diversi progetti in essere per la prossima stagione, che richiederanno molti spazi palestra. La motivazione data è stata quella di garantire la pluralità dell’utilizzo del palazzetto, ma forse hanno inteso male la legge che sottolinea l’importanza della pluralità dell’offerta sportiva, non delle società. Noi offriamo quattro sport: calcio, basket, volley e basket disabili; quindi il comune, secondo il principio dell’offerta plurima ha tutti i diritti di inserire in palestra altri sport per offrire più scelta ai suoi cittadini, ma questa giunta comunale ha invece scelto di cedere il palazzetto a società di basket, quindi sport già presente!
Sono rimasta sconvolta nel vedere consiglieri comunali che di fronte ai validi progetti da noi presentati ridevano dicendo ‘ma fate questi progetti perché non avete abbastanza iscritti per i vari anni’. A parte che l’offerta di società sportive provinciali è ricchissima e che le famiglie possono scegliere dove iscrivere i figli anche a seconda della vicinanza ai nonni o al lavoro, è la prima volta che un comune anziché collaborare con le società del territorio per farle crescere si oppone e sembra quasi godere delle difficoltà.
Non so ad oggi dare una spiegazione intelligente a tale scelta dell’amministrazione del mio comune e sinceramente come mamma sennese mi preoccupa il fatto che chi gestisce il luogo in cui vivo non abbia a cuore i propri piccoli cittadini e gli adulti che gratuitamente scelgono di occuparsi di loro.
Georgia Broggi Napolitano
mamma e sportiva sennese